Trattenere i talenti con i benefit: perchè oltre alla retribuzione c’è di più

Skill shortage, grandi dimissioni, calo delle candidature: scorrendo i nostri approfondimenti, emerge chiaramente come il mondo del lavoro sia in una fase di forte cambiamento, con l’ago della bilancia che pende sempre di più verso (alcuni tipi di) candidati e con le aziende in competizione tra loro per attrarre talenti qualificati.

Per rispondere a questa esigenza, le soluzioni sono diverse e vanno dal puntare sull’employer branding, all’introduzione di politiche retributive vantaggiose, fino al porre attenzione al coinvolgimento e al benessere dei collaboratori, in un mix che fa bene sia ai dipendenti sia all’azienda.

Tra le varie strategie che si possono mettere in campo, un suggerimento ci arriva da Sirium, socio di CRESCITA che da oltre trent’anni seleziona profili specializzati in Italia e all’estero. In un interessante approfondimento sul loro sito, che condividiamo con tutti i lettori di CRESCITA, Sirium ci parla dell’importanza di avere una politica di benefit da affiancare alla “classica” retribuzione, per attirare inizialmente i candidati e mantenere alta la motivazione nel lungo periodo.

Lo stipendio non basta più: per i talenti serve una politica di benefit

La retribuzione, certo. Ma non solo. Oltre al compenso in busta paga sono diversi i benefit (non monetari) che oggi molti candidati, prima di accettare un’offerta per un nuovo incarico e apporre la canonica firma sul contratto di assunzione o collaborazione, decidono di richiedere e negoziare.

Ce lo dice una recente indagine condotta fra la propria base clienti da Hunters Group, società di head-hunting specializzata nella ricerca e selezione di personale specializzato. Ebbene, in cima alla classifica dei “desiderata” troviamo voci come flessibilità oraria e smart working, programmi di formazione ed aggiornamento continui e servizi di supporto alla vita quotidiana e famigliare.

«L’aspetto economico – ha osservato Matteo Columbo, Executive Director di Hunters Group, – è certamente un elemento molto importante, ma non più sufficiente per attrarre in azienda i migliori talenti. Mettere insieme un pacchetto competitivo che combini tutti questi elementi può aiutare dunque l’azienda ad attrarre candidati interessati a un percorso di carriera e di crescita a lungo termine».

I benefit come incentivi per candidati e collaboratori

I benefit aziendali diventano quindi uno strumento “intelligente” per motivare un candidato, soprattutto nei casi in cui non vi sono le condizioni per offrire uno stipendio più alto rispetto alla media di mercato. Per questa ragione, un mix di benefit con i quali completare la proposta economica può costituire un ulteriore incentivo da offrire a un talento o un professionista con ampia esperienza interessato a cambiare azienda.

Puntare su benefit che migliorano la qualità della vita del dipendente assume inoltre – secondo gli esperti di Hunters Group – un’importanza sempre maggiore anche in relazione ai ritorni legati a un approccio più orientato alla persona. Sentendosi supportato anche fuori dal lavoro, il candidato sarà tendenzialmente più soddisfatto e più motivato nello svolgimento delle proprie attività professionali, con un conseguente miglioramento delle sue performance lavorative.

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