“Il lavoro non è la tua vita e il tuo valore come persona non è definito dai tuoi risultati produttivi”.
Così Zaid Khan, l’ingegnere ventiquattrenne di New York che ha lanciato su Tik Tok il movimento del “quiet quitting“, ribalta completamente la prospettiva del “successo” che ha caratterizzato il mondo del lavoro fino ad oggi.
Questa è solo una delle dimostrazioni del fatto che le priorità sul lavoro sono cambiate. Sarà stata la pandemia, sarà il diverso punto di vista delle nuove generazioni, sarà il naturale cambiamento del mondo del lavoro, da sempre specchio delle evoluzioni economiche, sociali e culturali.
Ma al giorno d’oggi, le persone pongono sempre più attenzione alla qualità dell’ambiente di lavoro, cercando un contesto che permetta loro di avere un buon equilibrio tra lavoro e vita privata e di valorizzare il loro tempo.
Solo un’azienda che comprende le necessità di realizzazione personale dei propri collaboratori e si attrezza per rispondere efficacemente alle loro esigenze, riuscirà a creare un ambiente di lavoro positivo, eviterà l’ondata di “dimissioni volontarie” che ha colpito molte realtà e avrà collaboratori più soddisfatti.
Ma quali sono le caratteristiche di un contesto positivo? E come si fa a creare un buon ambiente di lavoro?
A queste domande risponde il nostro Associato Carriere Italia in un interessante articolo, in cui fornisce consigli utili alle imprese per muovere i primi passi verso un cambiamento in positivo. Di seguito ve ne riportiamo un estratto.
Le caratteristiche di un ambiente di lavoro positivo
La cultura aziendale è l’identità peculiare delle singole aziende: essa è al tempo stesso terreno per la costruzione dei rapporti fra collaboratori e manager a tutti i livelli e prodotto delle relazioni fra gli stessi. Un ambiente di lavoro positivo si può identificare attraverso la cultura aziendale, che rappresenta l’essenza stessa dell’azienda e richiede molto tempo per cambiare.
Per fare una verifica sullo stato delle cose in azienda e muovere i primi passi verso un cambiamento positivo, si deve guardare al clima che vi si respira. Questo è fatto della quotidianità delle persone e delle loro emozioni, atteggiamenti e inclinazioni.
Spesso si sente parlare di clima aziendale tossico, ossia di un ambiente che avvelena e soffoca gli individui. Numerosi studi, tra cui quelli condotti da Six Seconds, rivelano che le performance aziendali sono profondamente connesse al clima, e che esistono vital signs (segni vitali) per misurarlo.
Vogliamo qui indicare tre punti chiave richiesti alle aziende da questo periodo storico:
- Vision: definire una visione aziendale che porti con sé possibilità di contributo alla società e di autorealizzazione del singolo.
“Le persone cercheranno di impegnarsi nelle attività che le aiutano a soddisfare i propri bisogni, anche se probabilmente saranno solo parzialmente conosce di questo processo. Le attività lavorative si sono naturalmente sviluppate in maniere tali da contribuire alla soddisfazione di questi bisogni e ora devono evolversi, raggiungendo il prossimo livello”.
La citazione è tratta da “Coaching” di John Whitmore e fa riferimento alla piramide dei bisogni di Maslow.
È finito il tempo in cui il lavoro deve unicamente soddisfare i bisogni primari delle persone con le entrate che garantiscano di pagare una casa, il cibo e i vestiti. Anche il livello del prestigio individuale e del riconoscimento altrui ha raggiunto il capolinea. Le aziende devono iniziare a riflettere sul vertice della piramide: quello dello scopo comune e del significato profondo.
- Valori: il lavoro è legato a valori condivisi. Questo porta le aziende a dover considerare con maggiore attenzione i bisogni di tutte le persone coinvolte, dai dipendenti ai clienti, ma anche della comunità locale e dell’ambiente in generale. Per questo motivo, i lavoratori interrogano sempre più spesso le aziende, anche in fase di colloquio d’assunzione, sulle politiche sociali e ambientali; i clienti scelgono prodotti ecosostenibili; la comunità si fa volontariamente portavoce di attività e prodotti che siano allineati con i loro principi etici.
- Comunicazione: in un buon ambiente di lavoro c’è apertura all’altro, ascolto, fiducia e collaborazione. Per implementare un rapporto di questo tipo c’è bisogno di tempo: quando ci si riesce a ritagliare lo spazio per un confronto costruttivo, in cui tutti possano apportare un contributo, si otterranno grandi guadagni. Performance, scadenze e urgenze saranno accantonate solo in apparenza, perché la costruzione di un clima aziendale, in cui tutti si sentano partecipi e coinvolti avrà frutti ben più importanti e duraturi.
La leadership che promuove il benessere in azienda
Per creare la cultura aziendale che permetta di stimolare un ambiente di lavoro piacevole, la figura del leader è essenziale.
Il tipo di leadership che viene adottato in azienda è alla base del fiorire dell’azienda stessa.
Il capo o manager che si occupa quotidianamente delle persone e del loro benessere è un leader che promuove la crescita dell’azienda, ponendo le fondamenta nella creazione di un ambiente positivo.
Si possono individuare alcune caratteristiche e qualità di questo tipo di leadership: le persone che la abbracciano assumono un ruolo di supporto e di servizio per l’intera organizzazione, ispirando i team ad autogovernarsi e mettendo il focus sul bene comune. Questo leader favorisce il lavoro di squadra e il prendersi a cuore gli impegni. Egli è un capo che crede nel valore dell’interdipendenza e che è coerente con sé stesso e con lo scopo aziendale.
Solitamente, un capo con queste caratteristiche:
- Dedica tempo al suo team.
- Genera autonomia nelle persone.
- Semplifica la vita ad ognuno.
- Si fa carico delle esigenze personali e professionali di ciascuno all’interno dell’organizzazione.
- Crea ambienti e momenti di condivisione motivanti.
- Valorizza i singoli e ne sostiene la crescita.
È importante che in azienda regni una solida cultura del feedback al fine di mantenere attenzione e consapevolezza sull’agire coerente. Capita a volte che un’eccessiva fiducia in sé possa spingere ad assumere atteggiamenti da “guru”, che fanno regredire il leader a un livello di sviluppo personale precedente e, con lui, regredisce anche il clima aziendale.