Il lavoro può avere effetti molto positivi sulla nostra salute aumentando la nostra autostima, contribuendo alla costruzione dell’identità e facilitando i contatti sociali.
Il lavoro è però spesso anche fonte di stress!
Un progetto finanziato dall’UE nel 2013 ha fornito una stima del costo dello stress per le aziende e per i Paesi europei: 617 miliardi € all’anno. I costi principali derivano da assenteismo, presenzialismo e perdita di produttività, oltre a costi di assistenza sanitaria e sociale.
Ma, nonostante quando si parli di stress si pensi sempre alla sua accezione negativa e ai danni che produce, lo stress non ha lo stesso effetto su tutti; alcune persone riescono a mantenere un rapporto equilibrato con l’ambiente e, nelle situazioni più sfidanti, crescono e si sviluppano con effetti positivi sul benessere.
Ma perché alcune persone reagiscono meglio in un ambiente stressante? Hanno degli anticorpi per lo stress? In un certo senso, sì, la resilienza!
La resilienza è una delle risorse che queste persone hanno sviluppato per adattarsi e svilupparsi anche in contesti di vita altamente stressanti.
Quindi le aziende come possono agire per potenziare la resistenza dei suoi lavoratori allo stress? Aiutandoli a costruire la resilienza!
Anche dei piccoli aumenti nella resilienza della persona possono avere degli effetti positivi sul suo benessere e quindi anche sulla sua performance in azienda.
La formazione si è rivelata efficace per raggiungere questo obiettivo, ma solo quando ha determinate caratteristiche.
È noto come gli effetti della formazione possano diminuire nel tempo se quanto appreso non viene messo in pratica; per ovviare a questo problema è importante che la formazione faccia riferimento alle esperienze e ai vissuti delle persone coinvolte. Questo aiuta a renderle più consapevoli delle situazioni difficili della vita, anche quotidiana, e le aiuta a sviluppare strategie per affrontare quelle che si presenteranno in futuro.
Passiamo ora alle modalità di erogazione ideali per massimizzare questi effetti; la modalità ottimale consiste nella combinazione di sessioni di coaching e d’aula. Questo consente al formatore di avere un contatto diretto con ogni partecipante, identificando i suoi bisogni, creando l’occasione per avere un feedback sui progressi.
Un particolare emerso dalle ricerche è che questi interventi sono più efficaci su persone che sono, solitamente, più in difficoltà nell’affrontare situazioni stressanti; per questo è necessario valutare i bisogni dei lavoratori, coinvolgendo quelli più a rischio, in modo da ottimizzare le risorse.
In conclusione, lo stress è un elemento potenzialmente nocivo ma anche utile, a volte indispensabile, per lo sviluppo personale e professionale. Non possiamo eliminarlo ma, aiutando le persone a costruire la resilienza e quindi la loro resistenza allo stress, lo si può rendere un alleato trasformando le situazioni stressanti in occasioni di crescita con effetti positivi sulla salute e le performance dei lavoratori che si riflettono positivamente sulla performance dell’azienda.
Riferimenti e approfondimenti:
http://scienceforwork.com/blog/resilience-training/
Vanhove, A. J., Herian, M. N., Perez, A. L., Harms, P. D., & Lester, P. B. (2015). Can resilience be developed at work? A meta‐analytic review of resilience‐building programme effectiveness. Journal of Occupational and Organizational Psychology, 89, 278–307
Magrin, M. E. (2008). Dalla resistenza alla resilienza: promuovere benessere nei luoghi di lavoro. G Ital Med Lav Erg, 30(1).
SCR Selezione e Consulenza per le Risorse Umane S.r.l.
Associato CRESCITA